mercoledì 21 novembre 2012

Presentata a Bologna l'indagine congiunturale di Confcooperative.


Si è aperta con un filmato sulle zone terremotate e sulla loro ricostruzione, dal titolo Il domani è già qui, la conferenza con la quale il presidente di Confcooperative dell'Emilia-Romagna, Maurizio Gardini, ha presentato i risultati dell'indagine congiunturale 2012 delle imprese cooperative operanti nel territorio. Sono passati appena sei mesi dall'evento sismico e già immagini della ricostruzione in atto si affiancano alle macerie delle numerose aziende colpite: accanto a preziose forme di parmigiano rotolate a terra altri fotogrammi mostrano quelle “salvate” ben allineate a stagionare sulle tradizionali tavole di legno.
Siamo alla fine di un anno di crisi – ha detto Gardini - e siamo preparati ad una difficoltà che continua e che non prevede nel 2013 la medesima ripresa di quest'anno, anche se i numeri non saranno negativi.
Dopo un 2011 caratterizzato da una tenuta dell'occupazione (+0,5%) e del volume d'affari (stabile sui 12.5 miliardi di euro), l'indagine attuale, che ha interessato il 15% delle imprese, indica per il fine anno un leggero incremento del fatturato (+2,4%); il risultato migliore lo registrano le cooperative agroalimentari e della pesca (+3,6%) e quelle sociali (+1,4%). Stazionario il volume d'affari delle imprese di produzione e lavoro (+0.2%), mentre precipita quello delle cooperative di abitazione (-18,9%).
Bene l'export, soprattutto dell'agroalimentare (si prevede +10,7%) e di produzione e lavoro (+2,3%), che complessivamente realizzano all'estero il 14% del proprio fatturato. Anche l'occupazione dovrebbe risultare stabile con un aumento dello 0,4%.
In presenza di uno scenario sostanzialmente negativo Confcooperative non si è persa                                                                                                                                 d'animo, all'inasprimento delle difficoltà di accesso al credito ha concesso fidi con fondi mutualistici, e per incrementare l'export è impegnata a dotare le imprese di strutture dimensionate e, a livello nazionale, a sollecitare il governo ad applicare la nuova ICE, per una più efficace introduzione dei nostri prodotti verso i nuovi mercati: Cina, Giappone, Corea e quelli dei paesi dell' Africa mediterranea (Marocco, Libano, Egitto), poiché  quelli della la vecchia Europa,  esclusi la Germania e la Francia, non sono più in grado di assorbire le grandi quantità di prodotto. Infine è indispensabile mettere in atto un'efficace azione affinché il governo passi dalla politica dei tagli a quella degli investimenti, soprattutto di capitali stranieri a favore dell'export.
(Clara Cremonini)