Quattro
giorni, dal 10 al 13 ottobre, dedicati alla celebrazione del salume che ha
fatto conoscere la città di Bologna in tutto il mondo: la mortadella. Unica in
Europa con il riconoscimento IGP, è l'eccellenza della salumeria italiana fin
dal Medio Evo.
Nel 1294, in
città, le botteghe erano 281 e la mortadella di Bologna era già un simbolo dell'agglomerato bolognese.
Il
nome deriva dal latino murtatum farcimen, che definiva un
alimento ottenuto da carni suine farcite con bacche di mirto. Era prodotto dai salaroli,
artigiani della lavorazione delle carni farcite salate, che nel 1876 si
riunirono in una “Società di Mutuo Soccorso tra salsamentari, esercenti e
industrie affini” un'organizzazione che in quell'anno contava 70 fabbriche
produttrici, 200 salumerie e 10.000 addetti, e che ancora oggi è attiva nella
promozione del prodotto.
La
kermesse, promossa dal Consorzio Mortadella Bologna, si propone di diventare un
incontro fisso nel calendario delle manifestazioni bolognesi e, insieme alle
aziende produttrici, dà appuntamento a grandi e piccini tra piazza Maggiore,
piazza del Nettuno e piazza Re Enzo per degustazioni, merende, assaggi, aperitivi,
con un programma ricco e variegato per far conoscere al meglio il prodotto
anche attraverso convegni, tavole rotonde, laboratori, mostre fotografiche e un
tour guidato a cura dell'Associazione delle Guide d'Arte con notizie e
aneddoti sul prodotto e soste in alcune botteghe storiche.
Chef
italiani di grandi firme saranno impegnati in ricette storiche, come la spuma
di mortadella, ma anche l'inglese Theo Randal, che nel corso di Mortadella:
a BritishTouch si esibirà in preparazioni live di
tradizionali ricette italiane.
Ha
voluto partecipare anche la Berkel, con un'esposizione di storiche affettatrici
e,
per
ricordare un passato lontano, ci sarà l'antico gioco della Cuccagna.
Tutti
i giorni Fingerfood per sfiziosi stuzzichini e Ristoranti in rosa, per
chi desidera mangiare seduto. Per gli abbinamenti con i vini, un interessante
incontro con lo champagne di Reims, ma anche con la birra belga Caulier, che
pare particolarmente indicata. Clara Cremonini